Come faccio a trovare la mia missione?

“Come faccio a trovare la mia missione di vita?” – Quando ti fai questa domanda, significa che sei già a buon punto sul tuo cammino di evoluzione spirituale, perché senti che la tua natura profonda ti ha portato in questa vita non per caso, ma per rispondere a una chiamata.

Molte persone, invece, credono che ogni cosa sia determinata dall’esterno e dal caso, invece che da una realtà energetica, più sottile, che al caso non deve proprio nulla.

Nel momento in cui ci apriamo alla possibilità di essere parte di un disegno più grande, ecco che la domanda “Come faccio a trovare la mia missione di vita?” può avere luogo.

La risposta, tuttavia, non è una semplice risposta, non è una parola o una frase precisa; è invece il frutto di un processo che può richiedere un certo tempo di esplorazione e di maturazione interiore.

Inoltre, non esiste una risposta che vada bene in assoluto e sia uguale per tutti, ma ognuno deve trovare la propria.

Come fare? La buona notizia è che la nostra missione lascia tracce dietro di sé e, se ci mettiamo a indagare, possiamo scoprirle.

Il primo passo da fare è guardare a quello che ci piaceva da bambini.

Cosa amavamo fare? Cosa attirava la nostra attenzione? Quali erano le nostre passioni? Cosa accendeva la nostra energia?

Là in mezzo, tra i nostri interessi di bambini, tra ciò che amavamo fare, tra le nostre passioni e talenti, sganciati da ogni compiacimento, si trovano le tracce della nostra missione.

Non di rado, le tracce prendono una forma più chiara e consistente con il tempo e con l’esperienza, pertanto ha senso guardare anche a quello che ci attira oggi che siamo adulti, che ci piace fare e ci viene facile.

Se per caso abbiamo avuto un’infanzia problematica e pensiamo di esserci allontanati troppo presto dalla nostra spontaneità, o magari sentiamo di aver preso una deviazione, questo non intacca la capacità della nostra missione di attraversare la nostra vita, in un modo o nell’altro.

Consideriamo un individuo che oggi fa lo psicoterapeuta, avendo assecondato la sua missione di vita di aiutare le persone a ritrovare benessere ed equilibrio psichico. Da bambino non sognava di fare lo psicoterapeuta, però magari amava quelle favole e quei racconti dove i protagonisti imparavano a superare le proprie paure e i propri blocchi interiori. Solo più avanti, crescendo, si è interessato alla possibilità di aiutare sempre di più le persone e a farlo da un punto di vista professionale.

Immaginiamo lo stesso individuo, ma in un altro scenario: non è diventato uno psicoterapeuta, bensì ha preso una deviazione dalla sua missione e quindi oggi fa l’impiegato in una ditta che vende bulloni. Porta avanti il suo lavoro con pazienza e onestà, se pur non si sente veramente appagato e nutrito da esso, ma dà per scontato che non esistano alternative. Nonostante tutto, probabilmente, nella sua libreria di casa, avrà libri dedicati ad argomenti di psicologia, oppure tenderà a guardarsi video dedicati a queste tematiche, e tra i suoi film preferiti ci saranno quelli che si focalizzano sugli aspetti della psiche.

Anche quando prendi una deviazione dalla strada che ti appartiene, le tracce di quella strada continuano ad apparire lungo il corso delle tua esistenza, anche se in maniera più o meno nascosta. E queste tracce cominciano ad apparire quando sei bambino e continuano a farlo man mano che cresci, a volte cambiando forma apparente, ma di fatto riguardando sempre l’essenza della tua natura.

Allora ti chiedo: qual era la tua passione da bambino? E qual è la tua passione, il tuo interesse, oggi, come adulto? Cosa cattura la tua attenzione e il tuo tempo, al punto che pagheresti per farlo?

Se vuoi, non partire alla ricerca di qualcosa di preciso, ma pensa a una “macro-categoria”, cioè un contenitore allargato e variegato.

La macro-categoria di una persona che fa lo psicoterapeuta può essere, per esempio, “aiutare gli altri sul piano della psiche e del benessere interiore”. In questo insieme non ci sono solo psicoterapeuti, ma psicologi e psichiatri; ci sono coach e counselor; e ci sono forme alternative di integrazione emotiva che si possono portare avanti attraverso l’espressione artistica, la musica, il teatro, il lavoro con gli animali, il volontariato e così via. Tutte queste sono declinazione di una stessa grande missione.

Pensare in termini di macro-contenitori aiuta a lasciar andare la pretesa della mente di ricercare un “mestiere” specifico, per focalizzarsi invece sulla “qualità” e sulle caratteristiche intrinseche di quella che potrebbe essere la missione.

Ecco degli esempi di macro-categorie che possono riguardare interessi e passioni, da ogni punto di vista: Psicologia, filosofia, spiritualità, crescita personale, benessere olistico, sport, alimentazione, legge, economia, politica, scienza, tecnologia, meccanica, grafica, arte, volontariato, insegnamento, educazione, animali, ambiente, ecc… e tutte possono incrociarsi fra di loro quindi non devi scegliere l’una o l’altra, ma solo trovare il modo di metterle insieme:

Vediamo degli esempi.

Interesse per la psicologia + desiderio di aiutare gli altri = Psicologo

Attenzione all’ambiente + passione per la chimica = Chimico che lavora nel settore anti-inquinamento

Abilità con la pittura + ricerca spirituale = Artista che crea quadri ispiranti

Passione per la psiche + ricerca spirituale + desiderio di aiutare gli altri = Coach spirituale

E così via! Le combinazioni sono infinite!

Ricapitolando, se stai cercando la tua missione di vita, cerca le sue tracce sia tra ciò che amavi fare da bambino sia tra ciò che ti piace nell’oggi. Inoltre, parti dal mettere a fuoco le “macro-categorie” di quello che ti interessa e, se sono più di una, prova a combinarle fra di loro.

Se continui a indagare con spirito aperto e curioso, allenandoti non tanto nel fare ragionamenti ma nell’ascoltare te stesso e la tua energia, prima o poi troverai il disegno che unisce i puntini della tua missione.

Camilla Ripani
Mindfulness & Self-Discipline Coach

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