Non faccio video perché…
Quando ho iniziato il mio lavoro come coach, per un po’ mi sono occupata dell’ambito “life” in generale, cioè affrontavo ogni tipo di situazione, senza avere una nicchia precisa. Insieme ai clienti stabilivamo la meta e procedevamo di conseguenza.
Da una parte era tutto molto affascinante, soprattutto per una “multipotenziale” come me: passavo da obiettivi di crescita personale e spirituale ad altri più pragmatici e di business. Lasciavo che fossero i clienti a decidere la direzione.
Dall’altra, questo modo di procedere rischiava di essere poco efficace, perché non riuscivo mai a concentrare le energie e la crescita su un percorso specifico.
Ma come trovare quel percorso specifico? Quale nicchia scegliere?
Poi mi sono accorta che, per quanto diverse fra loro, le persone con cui lavoravo avevano spesso qualcosa che le accumunava: il timore di esporsi online e di fare i video per i loro social.
Dietro questo timore, non c’è una semplice timidezza o ritrosia, ma spesso si cela il desiderio di un riscatto personale, di far sentire la propria voce o donare qualcosa agli altri, che però viene soffocato sotto un calderone di credenze limitanti, blocchi e scuse.
È proprio vero che un professionista si attira i clienti che risuonano con lui: io sono stata la regina della timidezza e dei blocchi nella comunicazione!
Da bambina non ho proferito parola fino a oltre i tre anni. A scuola facevo scena muta alle interrogazioni orali. Se mi facevano delle foto, mi nascondevo o facevo smorfie. Se dovevo fare colloqui di lavoro, sbiancavo e rispondevo in modo stupido. Alla mia prima conferenza, ho balbettato e avuto diversi vuoti mentali. Sotti i miei video di YouTube mi scrivevano “Si vede che non sei brava a leggere”, ma non leggevo niente, ero semplicemente congelata.
Per non parlare di tutte quelle volte che volevo esprimermi in un certo modo, ma poi dalla bocca mi usciva tutt’altro! Senza contare il perenne disagio personale nel mettersi sotto i “riflettori”, quando una parte di me voleva solo chiudersi in una grotta a meditare, tenendo per me intuizioni e illuminazioni: molto meglio che attirare l’attenzione di qualche essere umano non sereno nei comportamenti e nei commenti!
Però vinse la voglia di condividere quello che avevo dentro. Vinse il voler ispirare le persone. Vinse il mettermi alla prova. Vinse la perseveranza. Vinse l’andare oltre ogni scusa.
A proposito, cos’è una scusa?
Ogni tanto qualcuno si offende quando gli faccio notare che sta usando delle scuse, come se volessi sminuire i suoi problemi. La scusa, di fatto, è un ostacolo che esiste realmente, ma al quale dai il potere di fermarti, così puoi rimanere nella tua zona di comfort. È un meccanismo del quale non sempre sei consapevole, ma che è fondamentale portare alla luce.
Se non vedi come trasformi gli ostacoli in scuse, non puoi evolvere davvero, perché tutto può avere inizio solo quando smetti di delegare il tuo potere al di fuori di te e escegli di andartelo e riprendere.
Se hai il timore di esporti nel mondo digitale, dunque, il primo passo da fare è riconoscere le scuse che ti racconti.
Ecco a seguire una lista con le “scuse più gettonate” quando si tratta di esporsi online e fare video:
Non faccio video perché…
Non ho tempo
Ho troppe occhiaie
Ho una voce terribile
Ma chi sono io per mettermi in mostra
Non sono un venditore
I social non mi piacciono
Voglio prima fare altri corsi per prepararmi meglio
La mia famiglia mi ha insegnato a rimanere in disparte
Non sono portato per fare i video
Non ho cose interessanti o speciali da dire
Non so come si fa tecnicamente un Reel
Magari mi lasciano commenti negativi
Non voglio farmi vedere dai parenti che si trovano online
E tu? Hai mai usato una di queste scuse, o magari qualcosa di simile?
Se la risposta è sì, ti lascio con questo esercizio: scrivi una frase che ribalti la scusa e ti restituisca il potere di cambiare la situazione.
Esempio:
Non ho tempo > Scelgo di trovare 10 minuti ogni giorno per dedicarmi ai contenuti
Non sono portato per fare i video > Nessuno all’inizio è veramente bravo e posso imparare anch’io come hanno imparato gli altri
Non sono un venditore > Non è questione di vendere, ma di creare una connessione autentica con le persone che hanno bisogno della mia esperienza
Non ho cose interessanti o speciali da dire > Non devo dire cose speciali per tutti, ma solo quel che ispira la nicchia alla quale mi rivolgo
Camilla Ripani
Life Purpose Coach
Iscriviti alla newsletter per ricevere contenuti esclusivi direttamente nella tua casella email.
Hai bisogno di supporto personalizzato? Scopri come posso aiutarti consultando i miei servizi professionali
Ti sono stati utili questi contenuti? Seguimi per i prossimi approfondimenti e condividi con chi potrebbe essere interessato!