Come faccio a essere costante?

Spesso mi chiedono: “Come faccio a essere costante e sviluppare auto-disciplina?”, oppure “Come faccio ad evitare gli alti e bassi nel mio impegno?”

Sfatiamo un mito. L’autodisciplina non è qualcosa di “costante”, inteso come immutabile e lineare. La sua peculiarità non è nella linearità, bensì nella “continuità”, che è un altro concetto.

Pensiamo al ciclo delle stagioni: ci sono stagioni con caratteristiche diverse, intensità diverse, ma il ciclo delle stagioni non si ferma mai e ogni anno ricomincia il suo giro. In questo senso, è continuativo!

L’auto-disciplina è più simile al ciclo delle stagioni, o al movimento su una spirale, piuttosto che al movimento lungo una linea retta: nella spirale facciamo il giro del cerchio, attraversiamo le varie fasi, e poi ripartiamo da un livello più alto, perché siamo andati avanti.

La continuità è nel movimento lungo la spirale, che è un moto che però attraversa momenti diversi, stagioni diverse.

Quando chiediamo di essere costanti, in realtà, stiamo chiedendo di essere auto-disciplinati, cioè di essere continuativi nel nostro impegno.

E non dobbiamo pensare che questo significhi avere sempre lo stesso tipo di energia e di attitudine: sarebbe utopistico e impossibile, sarebbe una pretesa che porta solo alla frustrazione e al fallimento. 

Tutto nella vita, infatti, è regolato da variazioni, che si susseguono in modo ciclico.

Fare la cosa giusta

Una definizione più completa di auto-disciplina è “fare la cosa giusta per il mio obiettivo, giorno dopo giorno”.

Questa definizione ci permette di considerare le diverse qualità dei momenti e delle situazioni, per cui comprenderà sia il momento dell’azione che quello del riposo, sia il momento della logica che quello dell’intuizione, e così via.

In definitiva… Non si tratta di essere “costanti”, nel senso di fare le cose in modo uguale tutti i giorni, ma di fare la cosa giusta costantemente.

E la cosa giusta è appunto quella che ci tiene nella direzione dell’obiettivo o, meglio, dello scopo; è quella che ci mette nelle migliori condizioni per realizzarlo.

Ecco che mi servirà sia la mente progettuale sia quella creativa, sia l’azione sia il riposo, sia il ragionamento sia l’intuito, sia lo sforzo sia il lasciar andare.

Nel mio caso, significa:

  • Tenere un’agenda per gestire gli appuntamenti

  • Organizzare il lavoro con i clienti e organizzare la formazione

  • Aver definito gli obiettivi e i sotto-obiettivi (con revisione settimanale e mensile degli stessi)

  • Individuare le vere priorità e tenerle sempre presenti

  • Gestire il tempo e ottimizzarlo

  • Essere pronta a passare all’azione

E significa anche:

  • Coltivare l’ispirazione e il bello (dando spazio ad attività creative, di gioia, o a momenti di brain-storming intuitivo)

  • Riposare il giusto, permettermi di esistere senza fare

  • Avere cura dei rapporti umani e delle relazioni

  • Lasciar andare ciò che non è più necessario o che vuole andar via

  • Meditare o praticare la gratitudine

  • Essere pronta a ricevere intuizioni

Sono tutti ingredienti che, se usati in modo sapiente e adeguati al nostro scopo, ci aiutano a proseguire e a superare gli ostacoli del momento, senza rischiare di prendere strane deviazioni o, peggio, mollare del tutto.

La domanda “Come faccio a essere costante?” andrebbe cambiata in “Qual è la cosa giusta da fare ogni giorno, in direzione del mio scopo, e come faccio a farla?” 

Rispondere significa trovare gli ingredienti “giusti” e sapere come amalgamarli per realizzare la propria torta.

Non farsi trascinare via dagli eccessi

Prima ho fatto un elenco di quelli che possono essere i miei ingredienti, laddove poi la “ricetta” è il modo in cui li metto insieme per giungere ai miei obiettivi… E, naturalmente, questo modo tiene conto della ciclicità delle situazioni e anche delle mie energie personali, quindi del fatto che ci sono alti e bassi.

Significa che ci saranno dei momenti dove agirò in modo ottimale, focalizzato, ispirato, e altri dove sarà meno performante, meno lucida, meno ispirata. Ed è tutto giusto così, e io adeguo i miei passi strada facendo.

Quello che bisogna evitare, quello su cui magari dobbiamo stare attenti, è di trasformare un momento down (di bassa energia) ma anche un momento up (di alta energia) , in un eccesso, in un qualcosa che ci porta fuori strada e ci fa uscire dalla continuità del ciclo.

Se sono in down devo quindi evitare di farmi trascinare sino in fondo e lasciarmi andare completamente, e se sono in up devo evitare, per esempio, di abusare delle mie energie. 

E se proprio capita che esageriamo, cadiamo miseramente, e mandiamo la nostra disciplina a quel paese per un giorno, ricordiamoci che va bene anche così, a patto però di non far seguire un altro giorno ancora.

Una caduta accade, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, ed è una eccezione che non va a influenzare il ciclo, il processo, ma, se restiamo per terra, quella non è più una caduta bensì una scelta.

Quindi, se cadiamo, no problem… ma impegniamoci a rialzarci il giorno dopo!

I momenti “jolly” e l’agenda

Tra l’altro, io nel mio sistema di routine settimanale, prevedo anche dei momenti “jolly”, cioè degli slot di tempo che possono coprire imprevisti, momenti di pigrizia, e tutto quello che mi fa saltare la programmazione o perdere il focus.

Però poi, grazie al fatto che rivedo ogni sera l’agenda del giorno dopo, e ho sempre un occhio globale sugli obiettivi della settimana e del mese, mi viene facile rimettermi in pista.

Avere in chiaro gli obiettivi, usare l’agenda giornaliera e l’uso dei momenti jolly sono dunque strumenti che raccomando vivamente.

A presto!

Camilla Ripani
Mindfulness & Self-Discipline Coach

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PS. Questo articolo è anche presente come podcast audio, con il titolo “Come faccio a essere costante?

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